Progetto adozione scolastica ex bambini/e soldato

Reinserimento scolastico di ex bambini soldato nel Maniema (Repubblica Democratica del Congo)
ieri

Bambini soldato ieri

oggi e domani

Bambini soldato oggi

DIOCESI DI KINDU (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO)
Con il contributo di Caritas Congo, Associazione Rita Levi Montalcini e ACS (Ass. di Cooperazione e Solidarietà)
per la realizzazione del “Programma di reinserimento Sociale di 1.500 ex-bambini soldato nel MANIEMA”
SCHEDA PROGETTO
Reinserimento scolastico di ex bambini soldato nel Maniema (Repubblica Democratica del Congo).
1. Presentazione del contesto storico nazionale e regionale, del background che sta alle origini della presente richiesta e dei problemi generali affrontati dall’intero programma da parte dell’organizzazione richiedente

Le recenti guerre in Congo secondo l’OCHA – United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs – hanno costituito una delle più gravi crisi del mondo dell’ultimo decennio, nelle quali sono stati gravemente coinvolti 16 milioni di civili, con 4 milioni morti (750.000 bambini). Secondo i dati dell’Unicef, sono stati smobilitati e reintegrati 27.346 bambini soldato, a seguito delle elezioni dei Deputati Provinciali si è creato un unico Stato Maggiore dell’Esercito nazionale che ha permesso di avviare il processo di formazione di un Esercito integrato all’interno del quale “ufficialmente” i minori non hanno avuto più spazio.
Le due organizzazioni italiane ACS e Associazione Rita Levi Montalcini, garanti della presente richiesta, lavorano congiuntamente nella Provincia del Maniema, con la Caritas Développement di Kindu, monitorano direttamente la situazione dei bambini soldato e favoriscono la tessitura di un network finalizzato tanto alla sensibilizzazione quanto al problem solving delle varie e complesse situazioni che vivono sia direttamente i bambini soldato che ritornano a casa, sia le famiglie e le popolazioni dei villaggi che li riaccolgono. Da quest’anno anche la nostra Associazione si è affiancata al progetto. Le analisi dei problemi di seguito esposte sono dunque il risultato di un’azione di ricerca-azione diretta di terreno.
Nella Provincia del Maniema la presa di coscienza da parte della coordinatrice delle Scuole Convenzionate della Diocesi di Kindu, Suor Adele Yuma, del ritorno dei bambini soldato nei villaggi ed a scuola è avvenuta agli inizi del 2003, quando molti insegnanti riferivano comportamenti “anormali, molto violenti, a volte brutali” da parte di nuovi studenti verso coetanei e gli stessi insegnanti. I direttori scolastici e gli educatori psicosociali sono stati coinvolti e sensibilizzati dalla Diocesi nella sfida della “presa in carico” di questi studenti, nonostante il riconoscimento della propria inadeguatezza: alla fine del 2004 il gruppo censito di studenti ex-soldato era di 480. La capacity building locale si è sviluppata sino ad oggi con le seguenti tappe:
a) realizzazione nel 2004 di una prima sessione formativa degli educatori da parte di uno psicologo clinico dell’OMS, esperto di detraumatizzazione;
b) studio diagnostico nel 2005 e formazione finalizzata ad approcciare i bambini nelle scuole e nei villaggi finanziati da “Infanzia Missionaria”: il numero di bambini censiti alla fine del 2005 era salito a 750 e venne creato un gruppo di 5 supervisori composto dagli educatori più abili;
c) coinvolgimento della Caritas Development di Kindu e, conseguentemente, della Caritas Italiana ed ACS che hanno garantito per il quadriennio 2006-2009 il pagamento delle tasse, di un kit di materiali dell’uniforme scolastica e sostenuto la realizzazione di attività ricreative extrascolastiche (sport, gite, teatro, riflessione).
Ad oggi il numero dei bambini censiti nelle 20 scuole è salito a 1.500.
La formazione continua dei maestri e degli operatori – una rara opportunità per gli insegnanti, accolta sempre con grande interesse ed entusiasmo – fornisce un riferimento culturale sui seguenti temi: l’identificazione dello stress; l’accompagnamento al reinserimento sociale e la risoluzione dei conflitti psicosociali; il ruolo dei minori nella loro famiglia, nella scuola e nella società; l’educazione sessuale; il rispetto delle norme civiche e morali. Il lavoro richiede molta pazienza e tempi lunghi, ma i risultati non mancano: i bambini stanno manifestando il proprio legame in un rapporto di fiducia e cresce in loro la speranza di uscire dalla propria condizione di paura, colpa e giudizio sociale. Il coinvolgimento degli educatori e dei ragazzi al progetto avviene attualmente nelle seguenti modalità: specifici incontri individuali mensili a scuola alternati ad incontri mensili di gruppo con la compilazione di schede che raccolgono informazioni e riportano dati anagrafici, la storia familiare e sociale, le esperienze ed i traumi all’interno dell’esperienza nelle file dei Mai Mai o dell’esercito, desideri ed aspettative per il futuro; incontri quindicinali con le ragazze vittime di violenze sessuali; accompagnamento, mediazione e sostegno di questi bambini anche attraverso la realizzazione di visite a domicilio presso le loro famiglie d’origine o d’accoglienza e le comunità di villaggio, luoghi sociali in cui si verificano frequenti e gravi disagi.
Nella Provincia del Maniema tutti i bambini sono stati ufficialmente e di fatto smobilitati (ci si riferisce a quelli che hanno partecipato alle “guerre di liberazione” e successive sino al 2003) e di questi la maggioranza è già stata “ricongiunta” al proprio villaggio di provenienza e famiglia. Dal 2003 al 2008 nella sola Kindu il numero degli ex bambini/e soldato beneficiari dei progetti della Caritas- Développement di Kindu, finanziati principalmente da ACS e Caritas Italiana, è passato da 480 a 1.200 bambini, con la consapevolezza che nella stessa provincia ne restano ancora 4.500 non assistiti da alcun programma di reinserimento sociale. Il dato, confermato dai riscontri ufficiali delle Nazioni Unite, è una stima calcolata dai dati raccolti in un campione significativo di scuole (la totalità di quelle di Kindu e una trentina di quelle dei distretti interni). Molte di queste scuole, cattoliche, pubbliche, mussulmane e protestanti richiedono di essere incluse nel programma in corso della Caritas-Développement di Kindu.
I problemi recepiti dal 2003 ad oggi, indicano che il processo di ricongiungimento/collegamento al termine delle guerre del 2001/2 di questi bambini non sia stato realizzato in maniera olistica e lungimirante, ovvero che andasse oltre la prima fondamentale fase del ritrovamento delle famiglie di origine. Nella maggioranza dei casi non è stata fatto un lavoro integrato che riguarda la mediazione, la formazione e la preparazione con le istituzioni (le scuole ed i Centri di Salute, per esempio), le famiglie e le comunità d’appartenenza. A causa di questa deficienza in questi anni si è registrato un nuovo dramma per i bambini ricongiunti: il rifiuto ed il disconoscimento fattivo da parte di famigliari e compaesani, con la conseguente ricerca da parte di questi bambini di ricreare il proprio (ed unico) modello di riferimento esperienziale, emotivo, cognitivo e comportamentale radicatosi negli anni di militanza armata. Ciò è possibile in due modi: l’organizzazione di bande di strada, presso villaggi e cittadine, oppure insieme a gruppi più adulti presso le foreste. Quest’ultimo fenomeno è una concausa dei frequenti episodi di ripresa di focolai di guerriglia armata, strumentalizzati da ex-ufficiali o ex-generali dissidenti, auto-proclamatisi leader di gruppi rivoluzionari ribelli, spesso non ben identificati politicamente.
Nello specifico dal 2003 ad oggi la Caritas-Développement di Kindu, come attore locale ed ACS e Associazione Rita Levi Montalcini come attori esterni (realizzano missioni di monitoraggio con cadenza semestrale) hanno affrontato e stanno affrontando con vari progetti in corso i seguenti problemi, che di seguito verranno esposti per macro categorie, ma che di fatto risultano complessi ed articolati tra loro, specie per due ragioni: a) i bisogni di ciascun singolo bambino e ciascuna famiglia sono specifici, per cui in ciascuna particolare situazione si cerca una soluzione personalizzata; b) il numero di bambini assistiti è considerevole.
– Per i bambini che scappano dalle forze armate e si presentano ai CTO (Centri di Transito ed Orientamento): problemi di identificazione, problemi sanitari di primo soccorso; problemi di permanenza per circa tre mesi, con lo svolgimento di varie e graduali attività di animazione ed occupazione (in cucina, negli orti e nei piccoli allevamenti dei CTO, organizzazione di pulizie personali e dei centri stessi; canto, gioco e attività sportive, counseling dell’emergenza, identificazione dei luoghi d’origine).
– Problemi di ricerca delle famiglie o dei familiari più prossimi e preparazione all’incontro; accompagnamento in tutto il processo di reintegrazione socio-famigliare.
– Problemi di reinserimento scolastico (pagamento dei materiali d’uso annuale, delle uniformi e delle tasse scolastiche) e/o di reinserimento nelle attività lavorative (specie in agricoltura e nell’ambito zootecnico oppure in atelier artigianali).
– Problemi di socializzazione e del tempo libero: attraverso l’ergoterapia (microprogetti d’utilità pubblica), lo scoutismo e l’organizzazione di “colonie estive” per il recupero scolastico e giochi di sociomotricità e percorsi d’avventura, per non interrompere il processo di “rapport e alleanza” (il periodo estivo è cruciale e delicato, in quanto il rischio di regressioni è molto alto)
– Problemi di assistenza sanitaria soprattutto per le ragazzine (in convenzione con Centri di Salute e l’Ospedale Diocesano), affette da notevoli turbe psicologiche, squilibri fisiologici ed ormonali, malformazioni fisiche all’apparato genitale, cura dell’HIV/AIDS.
– Problemi di mediazione famigliare, di villaggio e con le autorità pubbliche (polizia, tribunale e carceri)
– Problemi di coscientizzazione: A) avvio di progetti finalizzati alla in/formazione degli studenti riguardo gli aspetti legislativi e penali rispetto ai reati più frequentemente commessi, previsti dal codice civile/penale (a differenza di quello in vigore in tempo militare e di guerra) e prevenire così gli atti di violenza, bullismo, furto ed abuso sessuale; B) avvio di progetti finalizzati alla accrescere della consapevolezza e l’empowerment delle vittime (nella maggior parte dei casi ragazze): un aspetto importante della prevenzione consiste proprio nella possibilità di denuncia (autodifesa attiva). Questo delicato passaggio è stato inserito dopo 5 anni in cui, al contrario, si è cercato di evitare la denuncia, e di lavorare maggiormente a livello psico-socio terapeutico.
– Problemi di formazione permanente e sostegno economico agli encadreurs, i maestri di scuola che sono divenuti nel tempo assistenti psico-sociali: sin dal 2003 nella formazione degli insegnanti scolastici di Kindu, che si realizza mediamente in due sessioni di due settimane ogni anno, sono stati coinvolti una una decina di esperti di Post Traumatic Stress Disorder, sia italiani che congolesi.
– Problemi di trattamento psicologico del trauma: pagamento di uno psicologo permanente locale, che realizza incontri individuali e di gruppo.
2. Identificazione dei problemi connessi alla richiesta di finanziamento ed obiettivi specifici
Il progetto si focalizza nell’affrontare due problemi nodali:
I. La mancanza di fondi necessari a garantire la frequenza scolastica nelle scuole primarie e secondarie di ex-bambini soldato: i finanziamenti sono necessari al pagamento delle tasse scolastiche, delle uniformi e dei kit dei materiali essenziali.
II. La mancanza di fondi necessari ad offrire opportunità per i migliori studenti a proseguire negli studi universitari, così come per gli insegnanti delle scuole di prepararsi adeguatamente all’insegnamento psico-pedagogico e per altri operatori dei quadri della Caritas-Développement della Diocesi di Kindu a programmare progetti di sviluppo nei differenti contesti sociali nei quali la Diocesi è impegnata.
In particolare, la Caritas-Développement della Diocesi di Kindu comprende i seguenti 4 Uffici:
a) Commissione Giustizia e Pace
b) Commissione per lo Sviluppo durevole
c) Commissione per la Salute
d) Commissione per le Emergenze
Gli obiettivi specifici, quindi, sono relativi alla formazione dei seguenti beneficiari.
I beneficiari per l’obiettivo I sono 100 ex-bambini soldato (vedi tabella 1).
Scuola primaria: ex-bambini soldato di cui A) femmine, B) maschi
Scuola secondaria: ex-bambini soldato di cui A) femmine, B) maschi
Si fa presente che, al fine di divulgare in modo adeguato l’iniziativa, si è in possesso di materiale fotografico (vedi Quaderno fotografico “Volti di guerra” e ad altre foto di Roberto Cavalieri) e numerosi racconti di testimonianza (raccolti da Paola Briganti) disponibili per apposite occasioni di approfondimento sul tema.
3. Durata dell’azione
36 mesi – ovvero 3 anni scolastici / universitari
4. Budget
Per quanto riguarda i costi delle scuole primarie e secondarie, i costi per alunno si riferiscono alle tasse pubbliche ministeriali (il cosiddetto “MINERVAL”) e all’uniforme scolastica. Inoltre, sono stati inseriti i costi delle forniture o kit scolastici (libri, quaderni, penne e matite, righello, gomma, … ) che si attestano sui 10 Usd/anno,bambino (pari a 7,00 Euro). Inoltre, per tutti gli studenti dell’ultimo anno, sia delle scuole primarie che secondarie, è stato inserito il costo della tassa per la partecipazione al Test de Fin d’Etudes e all’Esame di Stato.
5. Riferimenti dell’ente proponente e partner italiani

DIOCESI DI KINDU CARITAS DÉVELOPPEMENT
Indirizzo permanente : Boite Postale 18, KINDU-MANIEMA
tel. : (00243) 816886750 – (00243) 997728830
e-mail: caritaskindu@yahoo.fr;
Persone di riferimento:
Abbé Francois Abeli (direttore della Caritas Développement di Kindu):
e-mail: frabeli@yahoo.fr; tel.: 00.243.81.68.86.750 – 99.77.28.830
Suor Adele Yuma (coordinatrice psicoped. del prog. “reinserimento ex-bambini soldato”):
e-mail: adelayuma@yahoo.fr
Mons. Ngumbi Willy (Vescovo della Diocesi di Kindu)
e-mail: ngumbiwi@yaho.fr; (+243) 994283611
Associazione di Cooperazione e Solidarietà (ACS):
Indirizzo permanente: via Bettella 2/ter – 35133 Padova
tel e fax +39-0498648774
e-mail: acsitalia@virgilio.it
L’Arca di zio Benny onlus
Via dei Rinuccini 35
00148 ROMA
Tel 3294204076 fax 0697251055
e-mail:info@larcadiziobenny.org
Persone di riferimento:
Francesco Meneghetti (referente per i progetti di Caritas Italiana e ACS in R.D.C.)
e-mail: fmeneghetti@caritasitaliana.it o francescomeneghetti@libero.it
tel. : 045-4853225; 320-709.72.06
Paola Briganti (counselor in Post Traumatic Stress Disorder, operatrice volontaria per Caritas Italiana e ACS in R.D.C.): e-mail: paola_bri@yahoo.it
Tatjana Bassanese (presidente ACS)
Bennici Loredana (presidente L’Arca di zio Benny onlus)