PROGETTO ABC

Progetto per LA REALIZZAZIONE DI 5 aule di prima alfabetizzazione e formazione professionale

Il progetto della Diocesi di Mbanza Kongo prevede la realizzazione di 5 aule per la prima alfabetizzazione dei bambini e la formazione professionale.

Nome dell’organizzazione locale che promuove il progetto

Diocesi di Mbanza Kongo

Responsabilità operative

Dom Vicente Carlos Kiaziku, Vescovo di Mbanza Kongo

Mail: diocesembanzacongo@gmail.com

Contesto storico politico

La finalità della proposta è proporre un progetto-processo di sviluppo socio-educativo rivolto agli ex rifugiati angolani “regressados” provenienti dal Congo e ritornati definitivamente in Angola.

Le precarie condizioni di vita di questi rifugiati sono legate alle guerre susseguitesi in Angola: dal 1961 fino al 1975 il paese è stato teatro di una violenta lotta anticoloniale, a cui hanno dato inizio i moti insurrezionali contro l’amministrazione coloniale portoghese e le truppe dell’esercito portoghese che le presidiavano. Per salvarsi molti angolani hanno cercato rifugio nell’attuale Congo Democratico, dove sono stati allestiti dei campi dei rifugiati.

Il 1975, anno che ha decretato la fine della guerra coloniale, segna anche l’inizio di un lungo conflitto che ha impegnato i tre movimenti in una lunga e sanguinosa guerra civile: ciò ha provocato la distruzione di tutte le infrastrutture coloniali.

Come già successo durante il conflitto anticoloniale, la guerra civile ha provocato la migrazione di gran parte della popolazione nella Repubblica dello Zambia e nella Repubblica Democratica del Congo.

Il Congo è stato per lungo tempo oggetto di numerose migrazioni forzate che hanno popolato i campi di profughi organizzati dall’Onu.

Storia del contesto socio geografico

L’attuale provincia dello Zaire costituisce dal punto di vista sociale e politico uno dei nodi di afflusso delle popolazioni provenienti dall’ex Repubblica dello Zaire a seguito della cessazione del conflitto armato in Angola, insediatesi rispettivamente nella capitale della provincia Mbanza. Ciò ha determinato la costituzione sociale di una vera e propria classe di persone detta “regressados” (ritornati).

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Per comprendere l’entità di questa migrazione di ritorno è sufficiente evidenziare come nei soli anni 2004-2010 il numero di rifugiati che entrò dalle frontiere di Luvo, Buela e Luvaca ammontava a circa 40 mila persone.

Mbanza Mazina è un insediamento attiguo alla città di Mbanza Kongo da cui dista circa 10 Km, esistente già dal tempo coloniale come area di sosta per le persone che arrivavano dai villaggi limitrofi e che lì si fermavano per poi entrare in città a Mbanza Kongo a vendere i loro prodotti e per risoglvere loro problemi con l’amministrazione coloniale.

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Mbanza Mazina è pertanto un snodo centrale di accesso a Mbanza Kongo per la popolazione, ed è stata scelta per tale ragione come campo di accoglienza degli ex rifugiati che affluivano in massa dalle frontiere.

Popolazione di Mbanza Mazina

L’attuale popolazione di Mbanza Mazina è composta da tre gruppi sociali.

Il primo è costituito da abitanti provenienti da Madimba, popolazione di residenti fin dai tempi antichi con una costituzione sociale ben definita dal punto di vista etnico.

Il secondo ceppo è costituito dalla popolazione proveniente dalla vicina capitale della provincia Mbanza Kongo.

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Il terzo ceppo riguarda i destinatari del presente progetto, ossia i “regressados” ex profughi ritornati dal Congo e collocati in un campo organizzato dalla provincia dello Zaire. La condizione sociale di questi ultimi si caratterizza per l’estrema povertà, la mancanza di strutture di base e di formazione scolastica che accompagnino e sostengano i minori nel loro sviluppo, e quindi attualmente con scarse possibilità e prospettive per il futuro.

BENIFICIARI

I “regressados”, organizzati in famiglie, abitano in piccole case costruite in mattoni di terra, e spesso emarginati dal resto della popolazione. Molti bambini parlano soltanto la lingua locale congolese (Lingala) imparata nei campi dei rifugiati e non frequentano le scuole pubbliche, non potendo essere registrati dall’amministrazione angolana a causa della mancanza di documenti.

In un simile contesto è evidente la pressante necessità di una scolarizzazione in grado di integrare compiutamente questa parte della popolazione nel tessuto sociale dell’Angola e offrire speranza e possibilità concrete per lo sviluppo personale.

La creazione di aule di prima alfabetizzazione permetterebbe di fornire un’istruzione di base a quella ampia porzione di giovani che attualmente non hanno accesso alla scolarizzazione di base, offrendo occasioni quindi per acquisire capacità critiche, abilità, competenze in parallelo ai percorsi scolastici, così da poter incidere sui propri percorsi di vita e di azione e sulla realtà, accompagnandoli nel loro processo di sviluppo e nella creazione di una visione armoniosa di sé,  Le aule potranno essere utilizzate inoltre per la formazione professionale   con particolare attenzione al coinvolgimento della popolazione femminile . Le donne rappresentano infatti un’altra categoria particolarmente svantaggiata e fragile: continuano a svolgere le mansioni che normalmente svolgevano nei loro villaggi di origine, però non hanno più terra da coltivare, casa da accudire e spesso famiglie a cui dedicarsi, vivono rispetto alle altre donne una situazione di subalternità. Ciò le rende soggette a fragilità sociali che possono creare deviazioni psicologiche e sociali.

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Per realizzare un intervento specifico che abbia come finalità una prospettiva di emancipazione e la   promozione della qualità delle loro vite, abbiamo osservato tra le altre priorità la necessità di organizzare dei corsi di formazione di cucito, cucina, educazione igienica sanitaria e puericoltura, gestione familiare e il recupero e valorizzazione delle attività tradizionali.

Per questa categoria questi corsi potrebbero rappresentare molto di più di un momento di formazione, divenendo un’occasione e una scusa per costruire delle comunità solidali – attraverso momenti di apprendimento collettivo, in cui possano trovare spazio ed aver voce le storie sia individuali che collettive – per ragionare sulla loro condizione e sognare la possibilità di una via di fuga o di uno scatto verso il cambiamento, sostenendo una possibilità di riscatto.

Tra le righe di questa proposta è possibile leggere la coerenza con la riflessione pedagogica sul tema focale dell’educazione e l’apprendimento intesi come strumenti per raggiungere forme evolute di empowerment, l’equità (in senso profondo e pieno) e come contrasto alle differenti forme di povertà, disuguaglianza e ingiustizia sociale.

OBIETTIVI

-Garantire il diritto all’istruzione/educazione primaria a quella parte della popolazione considerata più debole e vulnerabile, in particolare:

-Aumentare il livello di alfabetizzazione dei giovani di Mbanza Mazina, categoria fortemente svantaggiata ed emarginata (dal resto della società);

-Trasferire competenze e conoscenze che favoriscano l’inserimento dei ragazzi in percorsi lavorativi futuri e che favoriscano una maggiore equità sociale;

-Offrire una formazione di base che possa veicolare l’accesso ad un livello di istruzione più elevato (scuola secondaria o professionale);

-Includere e sostenere le fasce della popolazione generalmente escluse dal sistema scolastico formale;

-Formazione professionale/tecnica con particolare attenzione ai processi di emancipazione femminile .

-Incrementare il livello di coesione sociale e sviluppo personalenell’ambito della comunità, in particolare:

-Fornire un punto di aggregazione (sociale) per i giovani e renderli autonomi nella costruzione di una comunità più equa e produttiva;

– Proteggere le categorie più a rischio, soprattutto le bambine, da abusi, violenze e da uno stato di povertà profondo e continuo;

– Favorire la reintegrazione dei bambini in una vita  regolare e sana e in un processo di sviluppo armonioso, attraverso il coinvolgimento nelle attività scolastiche ed extrascolastiche;

– Promuovere una consapevolezza e una crescita che permetta ai giovani di cambiare insieme per costruire una migliore vita in comune trasmettendo i valori della cooperazione;

– Migliorare il livello di sicurezza, le condizioni economiche e sanitarie della comunità, anche attraverso una maggiore conoscenza delle norme igienico-sanitarie di base.

– Aumentare il livello di integrazione dei regressados nella comunità di Mbanza Kongo, riducendo il grado di isolamento nel quale vive la comunità di Mbanza Mazina.

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Iniziative specifiche

Al fine di perseguire gli obiettivi sopracitati, si intende proporre una serie di interventi saldamente ancorati al  territorio e alle sue comunità. Nello specifico:

– Progettare e costruire un edificio scolastico dotato di 5 aule. Un progetto-processo in cui la scelta della semplicità del sistema costruttivo adottato è voluto sia per contenere i costi e favorire la rapidità di esecuzione, utilizzando anche la facile reperibilità del materiale principale, nonché la conoscenza in fase realizzativa da parte della manodopera locale,  ma soprattutto per incoraggiare così la riproducibilità dell’esempio di realizzazione proposto; 

– Arredare adeguatamente i locali, affinchè si possano svolgere le diverse attività didattiche in condizioni di sicurezza e comfort;

– Selezionare, formare e coordinare i futuri insegnati e i gruppi di volontari locali per realizzare gli obiettivi precedentemente descritti;

– Monitorare costantemente la qualità dell’attività didattica ed i risultati da essa prodotti.

In questo progetto-processo la mancanza di risorse e le limitazioni del sito diventano l’opportunità per un progetto sostenibile costruito utilizzando parte delle materie prime disponibili in loco (legno, terra), che possono creare le condizioni per forme di apprendimento non convenzionale e un reale miglioramento della qualità della vita per chi abita quei territori fragili e a rischio.

COINVOLGIMENTO DELLA COMUNITÀ LOCALE

Per quanto riguarda la realizzazione della struttura La Diocesi di Mbanza Congo controllerà il regolare svolgimento del progetto.

La Manodopera locale lavorerà  insieme a dei volontari italiani che durante i lavori svolgeranno anche attività di formazione professionale permettendo di far acquisire professionalità specializzate agli operai del luogo, utilizzando quindi un mix di saperi e saggezze locali ed extra-locali, per offrire ai bambini/ragazzi e alle loro famiglie un progetto economico e facilmente replicabile che valorizzi il sapere locale e stimoli la comunità a forme dell’apprendimento ancorate ai bisogni reali e in cui è possibile mettere in pratica e testare immediatamente quanto appreso.

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La struttura educativa, una volta operativa, beneficerà della presenza di animatori locali già attivi all’interno dei progetti della Diocesi di Mbanza Kongo, favorendo il rafforzamento e l’implementazione delle risorse umane e del capitale sociale presenti in loco.

OPERE

– Realizzazione di 5 aule

– Realizzazione di 8 bagni

– Sistema di canalizzazione e approvvigionamento dell’acqua

– Sistema fognario,

– Impianto elettrico

Cofinanziamento

Spedizione di un container dall’Italia contente la copertura, le finestre, le porte e arredi